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Passeggiate CiviCulturali

Viaggio nel tempo fra Salapya, Segine ed Acaya 27/mag/18

L'immagine può contenere: cielo, albero, nuvola, spazio all'aperto e natura

Quelle tristi sere
da te mi rifugiavo,
l’unica compagnia alla quale,
i miei pensieri confidavo.
Guardavo i tuoi alberi
seduto sulla panchina,
mentre i lampioni
emanavano luce divina.
Assaporavo te,
nel camminare le tue stradine,
ed il castello lì,
a seguire i miei pensieri.
Passeggiando le tue mura,
raccontavo le mie passioni,
mentre lui assorbiva
le mie emozioni.
Intanto io cercavo
momenti di felicità,
e lui mi illuminava
con la luce della sua antichità.
Il bello, da lui l’ho imparato,
da lì,
da dove sono partito.
_DA ACAYA SONO PARTITO_ di Franco Maci 

Dalla Salapya greca e messapica,alla Segine romana e poi bizantina,fino ad arrivare ll’Acaya rinascimentale faro di civiltà a difesa dall’oscurantismo ottomano del Salento. Tre nomi, una storia lunga più di duemila anni…

Il borgo di Acaya è particolarmente importante nel panorama salentino in quanto costituisce l’unico esempio di città fortificata del Meridione, a suo tempo interamente circondata da un fossato e da mura con garitte di osservazione e difesa e camminamenti di ronda.
La cosa più interessante era la sistemazione urbanistica letteralmente avveniristica per il periodo. Infatti era stata ideata e realizzata con un sistema viario rigorosamente geometrico: sette strade dritte da Nord a Sud si intersecavano con altre tre da ovest ad est. Punto terminale verso Sud era il Castello. Alla città si accede da un’unica porta a sud sormontata dallo stemma dei re spagnoli e delle famiglie nobili che la abitarono: sul lato destro quello degli Acaya, al centro della chiave dell’arco lo stemma dei De’ Monti, baroni di Corigliano, ed a sinistra quello dei Vernazza, conti di Castrì, che nel 1792 eressero la statua di S. Oronzo, patrono della città.
Ma Acaya va oltre la sua storia rinascimentale. Fuori le mura sorge la Cappella di San Paolo, risalente alla metà del XVIII secolo, la più antica meta di pellegrinaggio (insieme a Galatina) per le vittime del morso della tarantola.

Acaya è un pezzo di storia che giunge a noi intatto, memoria dei fasti dei tempi che furono, luogo di storie, di genti e di architetture che nemmeno il tempo è riuscito ad espugnare.

Appuntamento nei pressi del Castello Aragonese alle ore 17e29.
Visiteremo il Castello e la mostra “Roca nel mediterraneo” col contributo di 3 euro per l’ingresso.

Ci meraviglieremo fra capre joniche, apicoltori, mura parlanti, porte accoglienti e vicoli incantati.
Il percorso gratuito è di facile percorribilità, tuttavia si consigliano scarpe comode. Come di consueto, vi invitiamo a portare libri per una lettura spontanea, strumenti musicali e pastori al seguito.

Chi partecipa all’evento solleva da qualsiasi responsabilità diretta o indiretta gli organizzatori della passeggiata.

L’iniziativa è in collaborazione con ASSA (Associazione Per La Salvaguardia E Lo Sviluppo Di Acaya) ) e Associazione Amici Dei Menhir.

Dopo la passeggiata avremo la possibilità di cenare presso la Trattoria Acaya (www.trattoriaacaya.it/) con cena buffet a 15 euro che comprende antipastino della casa (Pittole, crocchette di patate, polpette di pane, polpette sugo, focaccia rustica e rotolo di verdure) + primo (Parmigiana di melanzane) + vino/acqua. Occorre prenotare entro sabato allo 347.408.4175
I proprietari della trattoria ci faranno vedere come si prepara la “TAEDDHRA”

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